Sigilli di cera e di ceralacca

Sigilli di cera e di ceralacca

Il corso del tempo, com’é noto, altera qualsiasi tipo di manufatto; tale cambiamento é riconducibile non solo all'invecchiamento, ma a cause diverse di degrado, tanto più varie ed evidenti quanto più é antica la confezione dell’oggetto.
Nel caso dei sigilli dobbiamo considerare due tipi di degrado: quello riconducibile a cause di natura fisico-meccanica, che é comune a tutti i sigilli quale ne sia la peculiarità materiale, e quello di carattere chimico, intrinseco ai materiali costitutivi l'oggetto.
Nel primo caso, le impronte possono subire gravi danni per motivi che potremmo definire esogeni, ovvero causati da fattori esterni ai sigilli o endogeni, legati all’aspetto costruttivo del manufatto
La cera è sufficientemente stabile da un punto di vista chimico, anche se, in condizioni climatiche non idonee di temperatura, umidità, irraggiamento può subire mutamenti strutturali.
In generale l’alterazione dei valori ambientali, sia in fase di costruzione che in quella di conservazione dei sigilli, mostra come alcuni di questi esemplari, soprattutto di cera vergine, si presentino in molti casi fragili, incoerenti o con sfaldamenti più o meno aggregati e addirittura polverulenti.
L'intervento sulla ceralacca appare meno articolato  per la  strutturale stessa del materiale.
Oltre alla fragilità legata alla sua collocazione sui supporti scrittori, questo materiale è particolarmente vulnerabile nei casi di contatto con soluzioni fortemente alcaline e tende a sciogliersi in presenza di sostanze a base alcolica.
Tali caratteristiche suggeriscono, dunque, diligente cautela nel momento in cui la carta e i sigilli possano venire in contatto con soluzioni comunemente applicate a umido (lavaggi, deacidificazione ecc.).

 

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Per il restauro il  nostro laboratorio  si avvale   di una miscela  preparata ad hoc - che chiameremo cera da restauro -  composta di tre sostanze, la cera d’api sbiancata e depurata, la resina Dammar e la carnauba,  debitamente miscelate secondo precise percentuali.
La prima sostanza rispecchia, per la quasi totalità, la natura materiale del sigillo; la resina rientra anch’essa, da un punto di vista chimico, tra le sostanze originariamente presenti nell’oggetto e, mescolata alla cera, é utile a conferire al composto un grado di elasticità che ne permette una semplice lavorazione; come terzo ingrediente  utilizziamo la carnauba, che apporta all’amalgama le caratteristice di resistenza e compattezza.
Da ultimo, aggiungiamo  un pigmento colorante di origine vegetale o minerale; il colore della cera da restauro viene  realizzato espressamente per ogni sigillo, calibrato  sul colore originale ma, con tono leggermente diverso, per evidenziare ed indentificare l'intervento di restauro.
Solitamente in altri laboratorisi  la scelta del colore cade tra una campionatura di cere già preparate, con alternative numericamente limitate.

Pulitura delle superfici
Nel restauro di un sigillo, il primo passo, e certamente quello più importante, é la pulitura delle superfici - che dovrà essere poco invasiva ma al contempo la più efficacie possibile - per asportare i depositi superficiali e  restituire l'immagine originaria del sigillo; poiché l' intervento é di natura irreversibile, é necessaria molta cautela.
Quella a secco e quella con uso di solventi, o ad umido, sono le due tipologire di intervento,
In entrambe l’ausilio del microscopio elettronico é estremamente utile per individuare le zone a rischo ed intervenire con  estrema precisone.
Nella pulitura ad umido impieghiamo principalmente soluzioni su base acquosa, solo in alcuni rari casi solventi organici; per questa operazione, molto delicata per l'elevato rischio di pericolose diffusioni di umidità al documento attraverso le fibre dei cordoni, é indispensabile alta competenza e massima attenzione.
L’operazione di pulitura viene realizzata in più fasi, protratte in intervalli di tempo sufficientemente lunghi, allo scopo di osservare le reazioni della superficie cerosa dopo una completa asciugatura.
La pulitura dei sigilli aderenti di ceralacca presenta meno problemi rispetto a quelli di cera; per questi nella maggior parte dei casi è risolutiva quella a secco che, effettuata tramite pennelli a setole morbide, consente di asportare le polveri.

Consolidamento strutturale
La finalità dell'intervento sui  sigilli di cera vergine, definiti sfaldanti, é di  restituire coerenza al materiale e possibilità di consultare l’impronta senza rischio di perdita di informazioni.
Diverso é l'intervento per  sigilli che non mostrino sfaldamenti; in questi casi spesso sono sufficienti  interventi di consolidamento; poiché si presentano in forma di semplici frammenti, non di rado appesi precariamente al documento di appartenenza, prevediamo due tipi di intervento: uno  volto al semplice consolidamento del sigillo, generalmente lungo i perimetri dei bordi, l’altro più esteso, con l'utilizzo di integrazioni delle parti mancanti. La scelta dipende da una serie di valutazioni programmatiche, prioritarie all'intervento consolidante, in base alla individuazione di aree del sigillo a rischio per la sua stabilità.

Integrazione delle parti mancanti
Quando il sigillo si presenta in frammenti ai quali un semplice intervento di consolidamento non é in grado di apportare efficace stabilità, valutiamo,  l’ipotesi di ricostruirne alcune delle parti mancanti.
L’integrazione delle lacune é sempre funzionale al consolidamento del sigillo, soprattutto nei casi in cui a causa dell’esiguo spessore dell’impronta sia necessaria la presenza di una struttura che la renda più resistente, principalmente quando si hanno più frammenti da ricomporre. 
In ogni caso la ricostruzione di una parte mancante mostrerà sempre uno spessore inferiore di qualche millimetro rispetto al sigillo originale; in tal modo si individua perfettamente l’intervento, tenendo separati strutturalmente e visivamente il materiale originale da quello di apporto.

Riunione dei frammenti
Oltre al consolidamento e all’integrazione delle lacune, i sigilli cerei presentano un’ulteriore e complessa problematica, quella della ricomposizione dei frammenti al fine di ricostituire un elemento unico.
In alcuni casi all'integrazione tradizionale, prediligiamo una particolare tecnica, da noi per primi sperimentata e adottata, con l’impiego di "policarbonato trasparente".
In linea di massima, per il ricongiungimento dei frammenti,  escludiamo l’uso di sostanze adesive, poiché esse tendono frequentemente a rendere evidente la linea di frattura e, cosa non secondaria, non sempre consentono di coniugare le caratteristiche di durevolezza e soprattutto di reversibilità.
Le modalità di restauro relative ai sigilli di cera, come già accennato, le utilizziamo  anche sui sigilli di ceralacca.

 

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