La Sfragistica

 
Significato e caratteristiche storiche dei sigilli
La lettura ed l'interpretazione dei due lemmi del Vocabulaire International de la sigillographie, che spiegano il significato terminologico di matrice e sigillo, apparsi sin dagli albori della civiltà, attorno al VII millennio a.C., è il percorso pià corretto per comprendere la natura e il significato del sigillo.
Il primo testualmente scrive: une matrice de sceau (lat. typarium) est un instrument portant, gravées en creux et à l’envers, les marques distinctives d’une autorité ou d’une personne physique ou morale et destiné à être imprimé sur un support, mentre il secondo ci informa che un sigillo è une empreinte obtenue sur un support par l’apposition d’une matrice […] en vue de témoigner de la volonté d’intervention du sigillant.
Sono due definizioni che inquadrano l’essenza dei rispettivi oggetti: l’uno, generalmente metallico, inciso e a connotazione concava, destinato ad imprimere i suoi segni, l’altro, di foggia convessa, frutto di un atto di impressione del primo su una materia duttile.
Tali caratteristiche, chiaramente distinguibili, ma spesso confuse in un’ambivalenza terminologica frequente, mostrano i diversi significati dei due manufatti, certamente inscindibili concettualmente, ma legati ad atti diversi di uso prima e conservazione poi.
Se la matrice, infatti, una volta utilizzata per la sigillatura, rimaneva un oggetto a se stante, l’impressione invece, generata dal suo uso, trovava ragion d’essere nei supporti in cui veniva apposta.
Ne consegue un chiaro riconoscimento della natura preminentemente archeologica dell’oggetto matrice, accanto ad un significato e una pertinenza evidentemente archivistico-diplomatica del sigillo o impronta.
Importante fonte scritta e figurata al contempo, il sigillo costituisce, nonostante le sue piccole dimensioni, un documento storico particolarmente interessante, soprattutto dall’età medioevale in poi.
Infatti, la sua funzione fondamentale era quella di autenticare gli atti giuridici mediante la sua apposizione allo scritto; in tal modo, la persona fisica o l’istituzione amministrativa che lo rogava, attestava la validità delle dichiarazioni ivi contenute.
Il valore del sigillo, quale bene culturale, troppo spesso misconosciuto, è legato anche alla sua raffinata rappresentazione iconografica. Tanto l’incisione della matrice, infatti, quanto l’impronta che da essa ne deriva, rappresentano per mezzo di figure e leggende il suo titolare, persona che ne ha commissionato l’incisione e che ne regola l’uso;  re, imperatori, papi, cardinali, nobili, funzionari, dignitari, istituzioni, semplici cittadini posero, di conseguenza, nella costruzione dei loro sigilli, la massima cura.
Le fonti sfragistiche hanno tramandato, soprattutto negli esemplari rinascimentali, straordinari esempi di opere d’arte, in molti casi di notevole significato artistico; oggetti che possono fornire allo storico indicazioni rilevanti in riferimento ai luoghi, agli usi sociali, alle funzioni genealogiche e araldiche degli ambiti cui sono pertinenti.
Il sigillo appare attorno al VII millennio a. C. in un’area geografica compresa tra l’odierna, Siria, Iran ed Iraq, affermandosi, dunque, diversi millenni prima della nascita della scrittura.
Attorno al XII-XIII sec., almeno in ambito occidentale, si nota una generale diffusione dell’uso del sigillo anche presso privati cittadini, che diverrà più ampia nei secoli successivi; infatti numerosi atti giuridici recheranno, oltre alla sottoscrizione di quanti partecipavano alla stesura dello scritto, la presenza di una o più impronte.
Un patrimonio ingente, spesso relegato, storiograficamente e sotto il profilo della conservazione, almeno in Italia, ad appendice del materiale membranaceo o cartaceo o, peggio, del tutto ignorato
 
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